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Una Noche con Sergio Bernal

Martedì 23 luglio 2024 il pubblico convenuto nella spettacolare cornice di VILLA VITALI a Fermo è stato deliziato dalla danza, dalle note, dai suoni, dal canto, dalle pause a dai silenzi dello spettacolo UNA NOCHE CON SERGIO BERNAL, un evento prodotto in Italia da Daniele Cipriani Entertainment e organizzato nell’ ambito di Civitanova Danza, festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti, realizzato su iniziativa della Città di Civitanova Marche, dell’Azienda Teatri di Civitanova e dell’AMAT con il contributo di MiC e Regione Marche in trasferta a Fermo , in collaborazione con il Comune di Fermo.

Sergio Bernal è ormai l’ acclamatissimo “Re del flamenco”, già étoile del Balletto Nazionale di Spagna, star internazionale del balletto classico e del classico spagnolo. Beniamino del pubblico anche in Italia, grazie soprattutto alle sue apparizioni in TV, Sergio Bernal porta in scena il ritmo caliente del sol ispanico, ma anche il suo fulgore, grazie alla duplice cifra della sua danza che sposa la forza della tradizione spagnola con la luminosità del balletto classico. Sergio Bernal è, come lo descrive Ricardo Cue, “la forza e la bellezza”. Lo spettacolo offre un visionario racconto per quadri, vertiginosi assolo, passi a due e a tre, in cui si fondono non solo la tradizione spagnola, ma anche l’eleganza della danza classica e il fuoco e la passione del flamenco, espressione e simbolo dello spirito gitano, che ci raccontano di un artista dalle molteplici sfaccettature, che non vuole cristallizzarsi nella sola eccellenza della tradizione della sua terra. Tale poliedricità lo ha reso una star acclamatissima per l’ enorme versatilità e l’ eccellenza stilistica ma anche un caso quasi unico nel panorama della danza. Di Sergio Bernal si può dire che incarni al contempo i quattro elementi: il fuoco e la terra, che caratterizzano il vigore primordiale della danza iberica, insieme all ’aria e all’ acqua, ossia l’ impalpabilità e la fluidità del balletto classico. Non a caso, negli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company si avverte sia il forte richiamo della terra dei bailaores, che sembrano volerla penetrare con il loro zapateo, che il desiderio di spiccare il volo verso il cielo dei bailarínes.

Insieme a Cristina Cazorla e a Carlos Romero, apprezzati protagonisti della danza spagnola, Sergio Bernal ci ha offerto uno spettacolo in tutte le declinazioni ispaniche, dalle più tradizionali alle più sofisticatamente moderne, con momenti però anche di balletto classico.Non rari i momenti in cui lo spettacolo di Bernal si è concesso alla teatralità della bodyart performance, lasciando a tratti lo spettatore nella breve incertezza del non concluso. Le coreografie portano varie firme: da quella di Bernal stesso, che crea una sua versione dell’iconico Boléro sulle celeberrime note di Maurice Ravel, a quella di Antonio Ruiz Soler ( figura così leggendaria da essere conosciuto come “Antonio el Bailarín” o, ancor più semplicemente, “Antonio” ), a cui si devono la Farruca del Molinero e Zapateado Sarasate. Ma ci sono anche molti riverberi della luminosità del balletto classico: non manca uno degli assolo più noti di Sergio: il suo “cigno di battaglia”, El Cisne, rilettura del famoso assolo La Morte del Cigno di Anna Pavlova, in cui un quasi “desnudo” Bernal danza sulle celebri note di Camille Saint-Saëns.

Ma nella NOCHE CON SERGIO BERNAL non c’ è stata solo la danza ad incantare e trascinare lo spettatore nel tumulto caliente e impetuoso del fuego ispanico e della tradizione più colta e raffinata: la chitarra di Daniel Jurado, le percussioni di Javier Valdunciel ma soprattutto l’ immensa, incantevole, penetrante, potentissima e appassionata voce di Paz De Manuel hanno accompagnato le danze e risuonato nell’ etere dell’ arena “ en plein air “, offrendole il privilegio di assurgere a cassa di risonanza dell’ arte. E poi le pause e i silenzi, musicati dal canto incessante delle creature della notte, a suggello di una natura presente e viva, anch’ essa forse, come noi tutti, in ammirazione gaudente, col suo canto libero, a plauso di quell’ arte e di quella bellezza che proprio dalla natura traggono da sempre linfa e ispirazione.

Testo: Michele Biancucci, Katie Ritchie

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