Camerino domina la classifica del Censis, conquistando la prima posizione senza rivali, mentre Macerata si posiziona al terzo posto tra gli atenei italiani con meno di diecimila iscritti.
Il rettore camerte Claudio Pettinari, orgoglioso, esulta: “Siamo ancora una volta in vetta, superando ogni aspettativa con un incredibile punteggio di 101,7. Siamo l’unico ateneo a superare il traguardo dei cento punti”. Unicam si conferma, per il ventesimo anno consecutivo, il migliore tra gli atenei con meno di diecimila iscritti e raggiunge un risultato record di 101,7 punti assoluti, posizionandosi al primo posto per il terzo anno consecutivo tra tutte le università italiane, inclusi i politecnici.
“UNICAM avanza di due punti rispetto all’anno scorso”, continua Pettinari, “quando avevamo già ottenuto un risultato straordinario. Manteniamo la nostra posizione di leadership tra le università con meno di diecimila iscritti da vent’anni, ma per il terzo anno consecutivo siamo al primo posto assoluto tra tutte le università italiane, leader in Italia per servizi e comunicazione, in crescita per strutture e internazionalizzazione. Dedico questo successo non solo ai nostri studenti, ma a tutta la comunità accademica, dimostrando ancora una volta che i risultati si ottengono con impegno, dedizione e lavoro. Sappiamo quanto le classifiche del Censis influenzino le scelte universitarie degli studenti e delle loro famiglie. Era fondamentale non solo mantenere le posizioni degli anni precedenti, ma migliorarci ulteriormente. Ci siamo posti questo obiettivo e abbiamo lavorato insieme per raggiungerlo”. Il punteggio medio ottenuto da Unicam è il risultato delle valutazioni per servizi, borse di studio, strutture, comunicazione e servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità, che hanno portato a un aumento dei punteggi rispetto al 2022.
Macerata perde una posizione rispetto all’anno precedente, scendendo dal secondo al terzo posto, ma si conferma tra i migliori atenei di piccole dimensioni nelle classifiche annuali del Censis. Tuttavia, quest’anno l’università vede un miglioramento nelle valutazioni delle strutture. Il rettore John McCourt afferma: “I dati del Censis sono indicativi e utili solo fino a un certo punto. Spesso, anche se conferiscono uno status a chi si posiziona in cima alla classifica, non riescono a cogliere il vero valore di un ateneo basato sulla qualità dell’insegnamento, della ricerca e delle reti che costruisce a livello locale, nazionale e internazionale. I criteri dei ranking sono arbitrari e confrontare realtà molto diverse è difficile”.
“Tuttavia, Macerata si è classificata al terzo posto tra i piccoli atenei in Italia. Abbiamo registrato un miglioramento delle nostre strutture, da 88 a 95, grazie agli interventi effettuati per rendere i nostri edifici più sicuri, funzionali e attenti alle esigenze degli studenti. I cambiamenti in corso a Macerata ci permetteranno di migliorare ulteriormente nei prossimi anni”. L’università ottiene ottimi punteggi anche nelle altre categorie valutate, come borse di studio, servizi, comunicazione e servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità.
Macerata si distingue come eccellenza nel corso di laurea a ciclo unico in Scienze della Formazione, posizionandosi al quinto posto. L’università si colloca anche tra i primi dieci posti per molti dei suoi corsi di laurea magistrale, come Scienze politiche e della comunicazione (quarto posto), Scienze Giuridiche (quinto posto), Economia e diritto, Management dei Beni Culturali e Scienze pedagogiche (ottavo posto). ”
Lavoriamo ogni anno per aggiornare l’offerta didattica”, conclude il rettore, “e quest’anno abbiamo introdotto due novità per rispondere alle esigenze delle aziende. Avvieremo il corso triennale in Data Analysis per le scienze sociali. Il dipartimento di Economia e Diritto ha già registrato un aumento del 36% delle immatricolazioni quest’anno. Il corso di Mediazione linguistica si rinnova, ponendo una maggiore attenzione all’impresa internazionale, ai media digitali e all’inclusione. Tra le lingue, sarà possibile scegliere anche la Lingua dei segni italiana”.