HomeAttualitàUn Grande Macbeth Chiude Macerata Opera Festival. Appuntamento al 2026.

Un Grande Macbeth Chiude Macerata Opera Festival. Appuntamento al 2026.

Domenica 10 agosto 2025 si è abbassato il sipario sull’edizione di quest’anno del Macerata Opera Festival con una recita di Macbeth che resterà a lungo nella memoria del pubblico. Un finale in grande stile per una stagione che ha animato lo Sferisterio con eventi di altissimo livello e che ora guarda già al futuro, con l’appuntamento fissato per l’estate 2026.

L’opera di Giuseppe Verdi, tratta dal capolavoro shakespeariano, è arrivata in scena con un allestimento che, pur non essendo una novità assoluta, ha conservato intatta la sua forza scenica. La regia è firmata da Emma Dante, artista capace di imprimere un segno personale e riconoscibile, e qui riproposta a distanza di sei anni con la cura attenta di Federico Gagliardi, che ne ha rispettato la visione originaria senza rinunciare a una freschezza esecutiva.

Un allestimento potente e visionario

Il Macbeth visto allo Sferisterio si presenta come un’opera viva, pulsante, che non teme di spingersi oltre i confini della tradizione. Emma Dante aveva costruito nel 2019 una regia d’impatto, carnale nella fisicità degli interpreti, circense in alcune trovate che ricordano il mondo del teatro popolare, e psichedelica nella scelta di colori e luci capaci di deformare la percezione dello spettatore nei momenti più allucinati del dramma. Tutto questo è tornato in scena con forza, confermando la capacità di questo allestimento di non lasciare indifferente nessuno.

Le scene, mai puramente illustrative, sono fatte per amplificare le tensioni della musica e del testo, mentre i costumi alternano tratti barocchi a soluzioni spiazzanti, capaci di rendere Macbeth un racconto sospeso tra epoche diverse. La cura del dettaglio registico e la direzione attoriale precisa hanno garantito un equilibrio raro tra estetica e narrazione.

Un cast in stato di grazia

La rappresentazione di chiusura ha beneficiato di un cast vocale di altissimo livello, capace di esaltare la potenza drammatica dell’opera verdiana. Lo Sferisterio, quasi al completo, ha riservato applausi calorosi a tutti gli interpreti, ma la vera trionfatrice è stata Lady Macbeth, interpretata con magnetismo e forza vocale da Marta Torbidoni, un’artista in grado di coniugare tecnica impeccabile e intensità espressiva. La sua lettura del personaggio ha messo in luce l’ambiguità della figura femminile ideata da Shakespeare: regina, complice, manipolatrice, ma anche creatura fragile quando il senso di colpa inizia a corrodere la mente.

Macbeth, dal canto suo, ha trovato in un baritono di grande esperienza il giusto equilibrio tra eroismo e vulnerabilità. Le sue sfumature vocali hanno reso percepibile la lenta discesa nella paranoia e nella follia, elemento centrale dell’opera. Il coro, vero protagonista collettivo nelle pagine più solenni, ha sfoderato compattezza e potenza, mentre l’orchestra, diretta con energia e sensibilità, ha sostenuto senza mai sovrastare le voci.

Un pubblico partecipe e attento

La recita conclusiva ha visto uno Sferisterio gremito e partecipe, pronto a sottolineare con applausi e ovazioni i momenti più intensi. Nonostante le temperature agostane, l’attenzione non è mai calata, segno della forza drammatica dello spettacolo e della capacità del Macerata Opera Festival di costruire un rapporto autentico con il proprio pubblico.

Stavolta non si è ripetuto l’episodio che aveva segnato la prima rappresentazione di quest’edizione, quando al termine alcuni interpreti avevano sventolato bandiere palestinesi, trasformando il sipario in un gesto di presa di posizione politica. L’assenza del gesto non ha però cancellato l’eco di quella serata: nel pubblico serpeggiava la curiosità di sapere se si sarebbe ripetuto e, soprattutto, la consapevolezza che Macbeth, con i suoi temi di potere, violenza e ambizione, resta un’opera intrinsecamente politica.

Macbeth e l’attualità dei suoi temi

Al di là del dibattito sulle bandiere palestinesi portate sul palco insanguinate, ciò che emerge con forza è l’attualità drammatica dei temi di Macbeth. L’opera mette in scena l’ascesa e la caduta di un uomo divorato dall’ambizione e dalla brama di potere, capace di compiere azioni efferate pur di mantenere il trono. È una storia che parla di intrighi, tradimenti e violenza, ma anche di fragilità psicologica, senso di colpa e perdita di controllo.

Se nel Seicento il dramma di Shakespeare si nutriva delle tensioni politiche dell’epoca, oggi Macbeth sembra risuonare con ancora più forza in un mondo in cui la sete di potere continua a generare conflitti, guerre e crisi sociali. Le streghe, simbolo dell’irrazionale e del destino ineluttabile, possono essere lette come metafora delle manipolazioni e delle false promesse che ancora oggi influenzano la vita politica e personale.

In questo senso, la regia di Emma Dante – con la sua componente visiva a tratti allucinata – diventa una lente deformante che accentua il lato visionario dell’opera, trasformando il dramma in una sorta di incubo collettivo da cui è difficile svegliarsi.

Il Macerata Opera Festival verso il futuro

La chiusura con Macbeth non è solo un traguardo artistico, ma anche un segnale di continuità e ambizione per il Macerata Opera Festival, che negli anni ha saputo conquistare una posizione di prestigio nel panorama lirico italiano e internazionale. Lo Sferisterio, con la sua acustica unica e la sua architettura spettacolare, resta un luogo capace di trasformare ogni messa in scena in un evento irripetibile.

L’edizione 2025 ha dimostrato come sia possibile coniugare tradizione e innovazione, offrendo al pubblico esperienze che non si limitano alla pura esecuzione musicale ma che diventano veri e propri racconti visivi e drammatici. Già si guarda al 2026, con la promessa di nuove grandi pagine di lirica e con l’obiettivo di mantenere alto il livello qualitativo che contraddistingue il festival.

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