Da mercoledì 20 alle ore 15.00 fino a venerdì 22 novembre, presso la sede della Biblioteca di Lingue a Palazzo Petrangolini in Piazza Rinascimento 7 a Urbino, si apre l’undicesima edizione di Urbinoir, il Festival del noir capace di contagiare la poesia, il cinema, la musica e la letteratura. L’edizione di questo anno è legata al progetto d’ateneo “1920-2020, un secolo di parole e immagini per raccontare l’amnesia” e si concentra sui vuoti di memoria e sull’assenza di ricordi, autentica o simulata, nella realtà investigativa e processuale ma anche nella narrazione letteraria e cinematografica noir.
Il titolo della kermesse sarà “Amnesie, vuoti di memoria, rimozione nella letteratura e cinema noir”: si parlerà di linguaggio del criminale, dei detective, dei testimoni e delle vittime, ma anche delle dinamiche psicologiche (come la rimozione e l’atto mancato) e delle strategie narratologiche più usate (ad esempio l’ellissi, il montaggio alternato, il monologo ecc.). Come spiega Alessandra Calanchi, coordinatrice del gruppo e dell’evento “Cercheremo soprattutto di rispondere ad alcune domande cruciali. Non ricordare è il sintomo di una condizione patologica? E in quale relazione si trovano salute e verità? Ricordare significa sempre recuperare la salute, o a volte nell’amnesia si cela un benessere (vero o fittizio) funzionale all’elaborazione del trauma? Le lacune in una confessione sono o non sono significative? Qual è il livello di attendibilità della rievocazione e della rimemorazione? E’ vero o non è vero che anche ricordare tutto – ma proprio tutto – può essere patologico, perché ogni narrazione, ragionamento, testimonianza richiede una sintesi, e quindi una scelta dei ricordi da trattenere e quelli da trascurare? E ancora, come si incrocia il diritto all’oblio con l’universo del giallo?” A queste domande si tenterà di rispondere durante gli incontri, anche se il noir è un mondo indefinito, con confini sfumati.
Durante i tre giorni di festival ci saranno vari appuntamenti, tra cui la presentazione del libro “Noir come l’inchiostro. True Crime e Fake News sulla pagina e sullo schermo” (Aras, 2019) curato da Alessandra Calanchi e Tiziano Mancini, il Premio per la traduzione “Tullio Dobner” e il premio “Haiku Noir” alla poesia haiku più noir che sia stata scritta tra le tante giunte alla giuria della seconda edizione.
Info: https://www.facebook.com/urbinoir.uniurb , https://urbinoir.uniurb.it/